Grafologia: esame comparato della firma di Gaetano Scirea

“La firma, un sigillo della volontà consapevole e il più eloquente specchio della personalità”, così recitava la prefazione ad una importante pubblicazione grafologica che con Riccardo Bruni pubblicai anni fa sulla prestigiosa rivista Civiltà della Scrittura – Fondazione Giulietti.

Grazie alla collaborazione con Gian Lorenzo Lagna (Fondatore & Webmaster di Jai Guru Deva “il mondo dei creativi – per condividere l’ingegno e farlo fruttare con semplicità”), aggiorno la suddetta pubblicazione grafologica, con un approfondimento relativo alla firma di Gaetano Scirea.

Nella decima lezione di grafologia, tra le altre, vi erano riportate le firme di tre giocatori juventini: Dino Zoff, Gaetano Scirea e Antonello Cuccureddu, esse erano tratte da un pallone di cuoio autografato alla fine degli anni ’70 quando cioè i giocatori erano già famosi e affermati.

Qualche anno dopo, nel 1986, Gaetano Scirea scrisse una dedica a Gian Lorenzo, permettendo quindi ora di esaminare alcuni tratti salienti delle corrispondenze e delle differenze della sua scrittura, nell’arco degli anni che lo portarono nel 1982 a vincere il titolo di campione del mondo di calcio con la nazionale italiana (oltre a molti altri trofei con la squadra di club) e nel 1988 a divenire vice-allenatore della Juventus.


Esaminiamo ora alcuni dettagli grafologici:

La “G” maiuscola è vergata con lo stesso movimento scrittorio.

Tenendo conto che l’autografo sul pallone di cuoio è stato scritto con un pennarello (e probabilmente in una posizione scomoda) il gruppo “ire” ha lo stesso movimento scrittorio.

Sulla “a” vi è lo stesso movimento della mano.

Il filetto “a” differisce ma, a parte la direzione, il movimento mano è simile. Il filetto finale della lettera “a” cambia significato grafologico, da una situazione più “aggressiva” protesa verso il futuro, verso l’altro individuo, si passa ad una aggressività volta maggiormente a concretizzare le idee (occhiello della “a” più spigoloso in alto e filetto rivolto verso il basso).

Tenendo conto della differenza nel mezzo scrivente e nel substrato su cui sono stati apposti gli autografi, l’intozzamento evidenziato nelle immagini è simile.

Infine, tralasciando l’asola della seconda grafia, la “c” è identica. L’asola indica la presenza (nel 1986-87) di una maggiore propensione all’immaginazione e alla fantasia.


Per “allenamento grafologico” ora si può cercare la similitudine anche con una seconda firma di Dino Zoff e un’altra firma di Gaetano Scirea, relative al 1982. Furono vergate su un gagliardetto di panno dopo la vittoria ai campionati mondiali di Spagna (anche in questo caso si ringrazia Gian Lorenzo Lagna per avercele fornite).

Buon lavoro!

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