Laberianum

Duemila anni fa, Plinio il Vecchio descrisse la “nostra” terra con queste parole:

Plin. nat. III, 122 – “Ligurum quidem lingua amnem ipsum [il Po] Bodincum vocari, quod
significet fundo carentem. Cui argumento adest oppidum iuxta Industria vetusto nomine Bodincomagum, ubi praecipua altitudo incipit”.

Si desume che Bodincomago fosse un villaggio fortificato (celtico) vicinissimo a Industria (importante città romana dedicata ad Iside) situata «dove inizia l’altura principale».

Dagli studi effettuati dagli storici, pur non essendovi totale concordanza, si può escludere che Bodincomagum fosse “lontana” da Industria (perché è detta invece “vicinissima” da Plinio) e per lo stesso motivo questo centro fortificato, commerciale ed abitato non poteva coincidere con la città fondata dai romani, anzi, persistette nei secoli successivi alla colonizzazione romana, coesistendovi nei pressi.

Inoltre, Bodincomago era sicuramente una importante città “romanizzata” se il nobile Lollius Masculus (Quattuorvio, cioè un governante di altissima importanza sociale), proveniente da una antica famiglia romana, ci tenesse sulla sua stele funeraria a far sapere di essere bodincomagese.

Se il nobile e importante romano sottolinea questa provenienza, anziché quella che per la storia sarebbe stata ben più prestigiosa e “al 100% romana” di Industria (limitrofa), significa che in epoca imperiale Bodincomago era a tutti gli effetti una città romana (o un grande villaggio romanizzato).

Il conte Gianbattista di Bernardino della Morra, scopritore dei ruderi di Industria a Monteu da Po, a Lauriano, nei terreni accanto al suo palazzo (nel centro del paese) e in terreni verso la collina, scoprì numerosi reperti e ruderi di epoca romana (andati dispersi dopo la morte del conte), confermando che Lauriano, a soli 2 km. in linea d’aria da Industria, potesse essere l’antica Bodincomago.

Il nome stesso Lauriano (dalla famiglia romana Laberia) e le zone del paese dette Corneliana (famiglia romana Cornelia?) e Bodana (evidentemente da Bodincomagum), avvalorerebbero tale ipotesi.

La conferma che Bodincomagum, celtica e romana, sia diventata Laberianum, Lavriano, Lauriano, è ora al vaglio dello studio attento e meticoloso del gruppo storico “LABERIANUM”, che ha come obiettivo di portare alla luce tre millenni di storia che riguarda un territorio di somma importanza, soprattutto nei primi secoli d.c. cioè in epoca imperiale.

Chivasso non esisteva, al suo posto, nella zona di Verolengo, vi era “Mansio Quadrata”, un imponente distretto militare (nel terzo secolo il contingente romano era costituito da cavalieri sarmati). Il futuro porto medievale di Calciavacca (Borgo Revel) era dirimpetto al porto di Industria. In questa città, costruita dai romani, vi era eretto un importante tempio di Iside. Il commercio della Val d’Aosta, lungo la Dora Baltea, si concentrava tutto in questa zona. Ma anche la transumanza, di bovini (Foro Boario di Chivasso, utilizzato a tale scopo fino a pochi decenni fa) e degli ovini (ancora oggi diffusa in zona) era quivi presente da tempi immemori (decine di secoli a.c.). Le vie commerciali verso Asti, Pollenzo, Libarna, Torino, Pavia, cioè verso le altre prospere città romane dell’epoca, passava per i porti e i territori di Bodincomago prima e di Industria poi (che tra l’altro, via Po, serviva addirittura come transito commerciale per il Veneto, dato che alcune famiglie romane di Industria erano venete).

Fu qui che Sant’Eusebio (vescovo di Vercelli) diffuse per la prima volta il cristianesimo (Pieve di Industria, Santuario della Madonna del Palazzo di Crescentino) per poi espandersi verso altre zone (Crea, Oropa, Roasio), con il culto della Madonna Nera, molto simile a quello di Iside, che Sant’Eusebio portò al ritorno dell’esilio in Siria, Egitto e Palestina. Vercelli nel quarto-quinto secolo d.c. era una delle c

ittà più influenti e potenti del nordovest d’Italia, proprio per la presenza di una figura così carismatica come Sant’Eusebio.

Le vie commerciali, la transumanza, il controllo del Po da un punto collinare strategico, permisero a Lauriano di mantenersi viva e attiva

durante il medioevo (il castello fortificato presente sulla collina del “Romitorio” è un altro punto cruciale di studio del gruppo Laberianum).

Lauriano-Bodincomago è un connubio che ha segnato il territorio per tre millenni di storia, nei muri delle case, nei ruderi sepolti da terra o da vegetazione, nelle lapidi dell’antichità, vi è un libro scritto dalle tante generazioni di gente volenterosa e tenace, che, sopportando guerre, invasioni, alluvioni, carestie, cambi climatici ed epidemie, ha tracciato un solco fondamentale nella storia del mondo.

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