Nuove poesie: concerto d’amore

Concerto d’amore

Sui tetti oscuri brilla l’umida luce della Luna,

le fronde del bosco fremono.

Senti! Il concerto della notte:

Sotto il brillare di miriadi lattee stelle,

oceani di grilli dipingono il sottofondo,

con l’incessante frinire di metallici arti.

Ascolta; che impressione!

Comandate da un invisibile maestro,

anche le rane si inseriscono nella sonora sinfonia,

gracidando in coro.

Cogli il suono là, lontano?!

È l’allocco che lancia il suo cupo suono nel folto della macchia,

poi un secondo risponde dal buio campo,

Osserva! L’ombra qui di fronte si muove….:

un terzo, con ali di vento,

vola con ottuso battito d’ali,

si posa sul colmo del tetto,

impettito si drizza e intona a sua volta il potente ululato.

Tutti in competizione ed attesa.

Fra le tante lusinghe,

a chi, con voce stridula,

risponderà l’amata protagonista?

Guarda là sotto!

Due pipistrelli, entrano in scena:

improvvisi ballerini volanti,

compiono audaci spirali di volo,

abbracciati sfrecciano vorticosi al di sotto del tetto,

in alto e in basso, in frenetica danza acrobatica.

Improvviso soffio di vento porta un selvatico odore,

i sensi percepiscono che il vuoto del prato si è spostato,

impalpabili zoccoli premono l’erba,

con nobile aspetto, entra in scena il capriolo.

Il manto è color del frutto del nocciolo,

sulla gola il respiro palpita nell’alburno collare,

lo sguardo freme per l’ansia,

le nari si sollevano alla luna,

un rauco abbaio scrocchia verso il cielo,

l’onda si espande nel buio,

attraversa il campo,

penetra la selva,

vola sul ruscello,

scorre sulle rocce.

Quanta strada percorre il suo richiamo d’amore…

Incurante delle insidie nascoste nel buio,

è lui ora il centro della scena:

perfetto, nella sua maestà,

con sordo e profondo suono,

il fiato di voce vaga nella foresta

e rabbrivida l’oscurità.

Concerto d’amore primaverile,

la pulsione ancestrale vibra fresca nell’aria,

nutrendo l’humus di eteree note.

Ora l’ombra silenziosa abbraccia il respiro del vellutato germoglio.

Ora, sedimenta il silenzio

odi ancora chi siamo?!

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