Nuove poesie: festa notturna

Una sera d’un tempo remoto, nell’antico borgo di Toirano, durante la festa d’estate, fui inaspettatamente invitato da un gruppo di vivaci vecchietti perché mi mettessi al riparo dall’improvvisa pioggia. Condividemmo parole, cibo e vino. Quel momento conviviale ora lo condivido con la mia nuova poesia.

Festa notturna

Festa notturna, antico borgo, festa d’estate

 in strette vie accalcate, si muovono le genti, ebbre e accaldate.

Quand’ecco che giunge improvvisa la pioggia ed il via vai veloce ora sloggia.

Tiro su il bavero e aggiusto il berretto: “Dove m’infilo… in che riparo mi metto?”

Rugosa mano m’invita ad entrare, accenna alla soglia d’un oscuro casolare:

dentro vi sono quattro vecchietti, seduti in cucina dal sapor di cantina,

con in mano un bicchiere e nel viso un sorriso.

Pochi minuti di sana bisboccia, mentre fuori vi è solo la doccia,

quattro parole, ognuna per uno, per fare amicizia tra chi non si sa, trovato per caso in convivialità.

Nebuloso muggendo termina il fortunale, affollato il vicolo torna normale,

la calca scongiura la cupa tempesta, ballando, cantando, muovendo le gesta.

Ultimo sguardo, ultimo bere, ormai vuoto di vino, poso il bicchiere, 

cenno gentile d’animo quieto la mano si alza e felice saluta, il cuore è leggero, lo sguardo è lieto;

volto antico, velato dagli anni, dona col cibo parole scevre d’inganni.

Ultimo sguardo in occhi vissuti, la fine del tempo bussa alla soglia di chi troppi anni ha compiuti.

Nell’onda umana mi immergo silente – solo –  nella festa notturna, navigo tra distratta gente.

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