Nel vuoto dell’assenza il pensiero cosciente che si accorge della mancanza è l’unica presenza certa (“Penso quindi sono” – Cartesio) ; il prodotto del pensiero (che è “vuoto” cioè vale zero) è “Uno”: “Qualsiasi numero diverso da zero, elevato a zero, è uguale a uno”.
L’uno in se stesso contiene tutto, l’uno è primo, unico irripetibile, ognuno di noi, in ogni istante, è un “uno”: infinito ed eterno (“L’infinito ed eterno sono l’unica certezza” – Kierkegaard).
Perciò l’atto mancato è il potente stimolo (il primo motore immobile) alla generazione di un futuro concreto.
“Qualsiasi numero
diverso da zero, elevato a zero,
è uguale a uno”
Antico atto mancato
ineffabile tortura
vissuto denso e vuoto
dal subconscio evocato
d’intangibile clausura
riposa nell’ignoto.
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