La cultura non si eredita, si conquista

Tratto dalla rielaborazione dei concetti educativi di Cicerone.

Non si impara velocemente, si impara nella fatica. La cultura non si eredita, si conquista. L’essere umano non può cogliere tutte le cose.

Il modello educativo che si riferisce a tutte le persone, a tutti i ragazzi, ma che è peculiare per chi governa (e quindi utile anche per “governare se stessi”) ha questi tre aspetti: c’è l’aspetto politico, cioè saper governare, saper gestire le dinamiche di governo; c’è la formazione culturale, cioè sapere i contenuti, avere le conoscenze e le competenze adeguate, sapere la tecnica e avere predisposizione e talento per un’arte; e c’è l’aspetto morale, cioè il comportamento onesto. Uno può anche essere dotato personalmente ma se non studia, se non si impegna, se non ha costanza in quello che fa, non basta. Il talento da solo “non si muove”.

Ogni giorno ci si addestra e ci si aggiorna, il mondo cambia di continuo, le dinamiche umane sono sempre simili ma i rapporti umani sono fluidi, variano secondo gli umori, le età, le paure e le sofferenze; non ci sono schemi univoci, occorre sapersi adattare e adeguare con fatica, occorre saper rinunciare, saper attendere (come un cacciatore che aspetta per ore o giorni la preda, patendo la fame, il freddo o il caldo, i morsi degli insetti, i dolori dei muscoli intorpiditi, il sonno, la noia ecc.).

Occorre soffrire, non per masochismo, ma perché la realtà è questa, e questo mondo trabocca di dolore e menzogna, di soprusi e passioni violente. Occorre accettare che non si può essere sempre all’altezza, la stima significa rendersi conto della realtà, del proprio livello. Pazienza e perseveranza, grinta e tenacia, ma soprattutto: entusiasmo e gioia. Dove vi è gioia, non vi è paura.

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