La grafologia nella “scatola nera”

Nel libro di Michel Connelly “La scatola nera” (thriller edito in Italia da Piemme), vi è il riferimento alla perizia grafica di una scrittura, per stabilire se appartenga ad una certa persona.

Il detective (Harry Bosh) chiede al fratello della vittima di poter avere degli scritti in originale, non in fotocopia, perché il confronto calligrafico si basa anche sulla profondità del solco tracciato dalla mano scrivente.

In “Grafologia Moderna” sottolineo l’importanza della “terza dimensione”, cioè della suddetta profondità della scrittura, per poter esaminare e valutare dove è distribuita la “forza” scrittoria.

La profondità della scrittura inoltre è importantissima per esaminare gli “intozzamenti”, cioè le macchie di inchiostrazione che si lasciano inconsciamente in una frazione di secondo e che sono caratteristiche per ogni persona e per ogni particolare periodo di vita.

Gli intozzamenti, rappresentando una proiezione della situazione psico-fisica, fanno anche parte della “Grafoterapia“.

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