La verità è nel “resoconto stenografico”

Tra i tanti dibattiti politici di questi giorni, ve n’è stato uno, in particolare, nel quale una attuale Sottosegretaria di Stato ha detto alla Camera dei Deputati:

Chi mi chiede le dimissioni perché avrei mentito in Parlamento deve dirmi in quale punto del resoconto stenografico avrei mentito“.

La Stenografia fu introdotta da Cavour già nel Parlamento Subalpino, e fu poi inserita alla Camera dei Deputati del Regno d’Italia e poi della Repubblica Italiana (al Senato della Repubblica la resocontazione delle Assemblee è fatta con la Stenotipia, anch’essa risalente ai tempi del Regno d’Italia di fine XIX secolo).

Esistono dei resoconti completi cioè parola per parola (verbatim) come quelli che io stesso producevo con Riccardo Bruni durante le assemblee degli azionisti della S.I.P. e poi della TELECOM, oppure dei resoconti riveduti e corretti, in cui si omettono delle parti non significative (come capita ad esempio quando qualcuno che sta parlando si impappina, oppure modifica l’ortografia delle parole, infarcendole con esagerata inflessione dialettale ecc.). Vi è poi la possibilità di produrre un resoconto sommario che non registra esattamente tutte le parole ma solo un riassunto dei concetti, in tal modo si rende disponibile rapidamente una sintesi degli atti, facilitandone la lettura per chi ne fosse interessato.

Confermo che anche in una mia recente pubblicazione di questi giorni, per produrre la quale sono partito dalla trascrizione di un “audio” registrato e trasmesso in diretta sui canali nazionali della RAI, in 10 minuti di registrazione digitale, vi erano almeno 3 “punti oscuri”, cioè momenti in cui le parole pronunciate erano incomprensibili.

Nel caso in cui, come nell’esempio riportato sopra, in seguito ad una assemblea o ad una intervista, vi siano dei contrasti che portino ad accuse, querele, ecc. per avere la conferma che in un certo momento sia stata veramente pronunciata una certa parola, occorre la “firma” di un responsabile, cioè dello stenografo che era presente in quel momento e che comprova l’esattezza della registrazione.

Nell’era informatica, la macchina coadiuva lo stenografo, ma è l’uomo che firma e si prende la responsabilità degli errori.

Chi è interessato a vedere l’opera svolta dai resocontisti stenografi del Parlamento Italiano in questi mesi, può farlo connettendosi al sito:

Audizioni Camera dei Deputati

 

 

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