La centesima scimmia

In base ai primi dati ottenuti in uno un esperimento svoltosi nel 1979, si suppose che se un certo numero di individui di una stessa specie riuscisse ad acquisire una nuova abilità, anche senza un contatto diretto, tutti gli altri individui della stessa specie, pur trovandosi in luoghi distanti, nello stesso periodo, avrebbero potuto sviluppare la medesima nuova potenzialità.

L’esperimento fu condotto su delle scimmie che su un’isola giapponese si abituarono a lavare le patate prima di nutrirsene, in modo da migliorarne il gusto. Si osservò poi che, in contemporanea, anche le scimmie di altre isole adottarono la stessa tecnica, pur non essendo state influenzate dalle prime. Per convenzione si chiamò la scoperta con il nome: “fenomeno della centesima scimmia”.

Si accertò in seguito che tutte le scimmie si erano realmente evolute, adottando la nuova pratica alimentare, ma vi erano arrivate per tentativi personali ed autonomi.

Gli stessi ricercatori quindi smentirono l’affermazione originaria, che però fu erroneamente utilizzata in altri ambiti per convalidare l’esistenza di una specie di “griglia energetica” che avvolge il mondo, dà vita ed è caratteristica per ogni specie.

Sia l’esperimento scientifico, sia il substrato energetico che “anima” la vita sulla terra, sono da considerarsi corretti, ma la loro natura e interpretazione deve essere chiarita.

Quando le condizioni di vita di una certa specie sono tali da indurre gli individui a cercare soluzioni nuove, essendo tutti originati dalle stesse matrici, adotteranno sistemi simili per ottenere di nuovo uno stato di benessere ed equilibrio.

Ad esempio, alcuni millenni or sono, in varie parti del mondo, fiorirono culture che in contemporanea cercarono di creare un ponte tra Cielo (trascendente) e Terra (immanente), costruendo edifici che lo simboleggiassero.  Così assistemmo alla creazione di edifici a forma di piramide, in tutti i continenti. Questo perché la piramide ha una forma geometrica tale che rappresenta al meglio il rapporto tra il quadrato (Terra immanente) e il cerchio (Cielo trascendente).

Il fatto che utilizzarono gli stessi simboli, nonostante fossero divise da distanze oceaniche, fu dovuto al fatto che trovarono il sistema più semplice risolvere problemi simili. Infatti, mentre i simboli sacri sono “universali” (croce, svastica, triangolo, quadrato, pentagono, sfera ecc. sono dati costanti nelle civiltà umane), la scrittura si è evoluta in maniera differente (dagli ideogrammi cinesi alla scrittura corsiva europea, dai geroglifici egizi ai nodi intrecciati su corde colorate degli Inca), ed anche i mezzi di locomozione sono stati svariati (la ruota fu “scoperta e utilizzata” solo in alcune parti del mondo).

Come insegnatoci dalle antiche civiltà, è importante studiare e concretizzare il rapporto tra Cielo e Terra, comprendendo i simboli che trascendono questa vita terrena, senza perdersi nelle leggende metropolitane.

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