Lezione 10 – “Scrittura Atletica” – arte marziale strumento riabilitativo

gino bianchi

In una rara immagine anni ’50 il Maestro Gino Bianchi dà dimostrazione della “Dolce Arte dei Samurai” applicando le tecniche di cedevolezza del jiu-jitsu in una esibizione pubblica. (Rebora, P. & Bianchi, B. comunicazione personale, 30 dicembre 2015)

L’arte marziale diventa strumento riabilitativo e inclusivo è praticata con costante meticolosità e saggezza.

Gli esercizi di movimento a vuoto, come ad esempio i Kata del Karate (Funakoshi 1925) che presenti in forma diversa in molte altre arti marziali, sono una pratica utile per il benessere globale della persona. Alla fine del XIX secolo Anko Itosu, introdusse il karate nelle scuole elementari di Okinawa, il suo allievo Gichin Funakoshi proseguì l’opera del Maestro, esportandolo nel Giappone del XX secolo (Sapetti 2014).

Il beneficio che si può trarre praticando con meticolosa costanza gli esercizi di “forma” ha i seguenti effetti:

  • Lo stato mentale è attento, in allerta, ma rilassato e calmo.
  • I muscoli alternano stati di tensione e rilassamento.
  • I movimenti sono armonizzati con il ritmo respiratorio.
  • L’esecuzione delle posizioni è lenta, permettendo la consapevolizzazione delle sensazioni.
  • Si allena l’equilibrio.
  • Si allena l’orientamento spaziale.
  • Si allena la coordinazione motoria.
  • Si migliora la postura.
  • Si potenzia la resistenza fisica, senza stress.
  • Si lavora con disciplina.
  • Sentendosi meglio, si aumenta l’autostima.
  • Lavorando in coppia e in gruppo, ci si sente alla pari, inclusi, compartecipi agli obiettivi comuni.
  • La voce è utilizzata per estrarre il potenziale massimo al momento giusto; il suono è detto “kiai”, parola formata da “ki” (energia vitale) ed “ai” (unione). Il kiai è pronunciato in modo personale con le vocali e le sillabe ottimali per quella espressione di energia in quel momento; vedremo più avanti la corrispondenza con il linguaggio dei segni del metodo Drežančić.

Come si può quindi applicare un simile movimento corporeo in ambito scolastico e senza essere istruttori di arti marziali? Tramite la “scrittura corporea”, cioè l’utilizzo del corpo, nel suo complesso, per simulare la scrittura, integralmente o nei suoi principali segni grafici: occhiello, asola, retta, filetto di unione, spigolo, cioè quegli accorgimenti che sono identici ai movimenti che si utilizzano nel combattimento a contatto. Inoltre, se si comprende che il movimento corporeo è intimamente connesso al pensiero e alla funzionalità fisiologica dell’individuo, e avendo appurato che la scrittura è uno strumento utile per comunicare con gli altri ma è anche una “Via” per scoprire e dialogare con se stessi, i simboli suddetti sono anche connessi con il movimento il colore, il suono e la forma, costituendo un compendio insuperabile per stimolare gli apparati sensoriali indipendentemente dal tipo di disabilità. La scrittura è una delle migliori “armi” affinata dall’essere umano per evolversi in questa società. Ulteriori vantaggi sono che la scrittura è una forma di comunicazione inserita in qualsiasi programma didattico e che qualunque insegnante, con le adeguate semplici nozioni di base, può controllare l’esecuzione degli esercizi.

Scrittura Atletica: Sistema di Psicomotricità

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