Mangiamo quello che siamo: nutrirsi di cultura

Masanobu Fukuoka – ideatore “dell’agricoltura del non fare” e autore della “rivoluzione del filo di paglia” – la sua vita ha dimostrato com’è possibile vivere nel mondo moderno in perfetta sintonia con i ritmi della natura, arricchendo anziché impoverire i terreni.

Ognuno di noi cerca il “cibo che più ci assomiglia” e si nutre con il simbolo di ciò che pensa.

Stimolati dai bisogni inconsci e vedendoli proiettati nel cibo, cerchiamo di compensare l’ansia, soddisfacendo il corpo con il nutrimento di un cibo attraente, fisico o mentale, che, entrando in noi, ci dia un momento di quiete interiore.

La cultura è il “nutrimento per la mente”, perciò studiare con passione, ragionare, meditare, imparare e aggiornarsi è un altro ottimo nutrimento.

Siamo esseri intelligenti e senzienti, l’intelligenza e la capacità di discernimento ci portano ad assumere nella nostra esistenza quelle essenze che fan parte della nostra peculiarità: nell’essere virtuoso entreranno “cibi” virtuosi e si creeranno corpi virtuosi, nell’essere vizioso domineranno “cibi” ricchi del potere che inibisce l’agire attivo del libero arbitrio.

Noi ci “nutriamo di quello che siamo” e ciò che ci nutre ci fa “divenire come se stesso”.

Ammit – la chimera che rappresenta con simboli zoomorfi i vizi capitali dell’umanità; nell’oltretomba, divorandola, monda l’anima impura.

tratto da “Mangiamo quello che siamo”

FacebooktwitterpinterestlinkedintumblrFacebooktwitterpinterestlinkedintumblr

Leave a Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.