Corsa e salto

corsa predatori per sfinimentoLa corsa ha delle connotazioni psicologiche estremamente importanti; si ritiene che l’uomo preistorico fosse un “predatore da resistenza”: #VoluntasTrainer

Sceso dalle piante, uscito dalle foreste, l’uomo preistorico ha adattato il corpo evolutivamente, rendendolo in grado di vedere a grande distanza (essendo eretto) e di camminare e correre per decine di chilometri al giorno.

corsaPer reggere la fatica e lo stress l’uomo ha ottimizzato la sudorazione, ottenendo un altro importante successo di adattamento rispetto agli altri animali, in special modo in territori aridi, in climi molto secchi (sviluppando un naso lungo e sottile, per umidificare l’aria) o molto umidi (sviluppando un naso corto con narici molto larghe).

A questa parte fisiologica si sommi l’aspetto sociale e intellettivo: stando eretto, ha potuto sostenere un cranio più pesante, contenente un cervello di dimensioni sempre più voluminose.

uomo savanaHa però mantenuto le mani prensili,  modellandone e raffinandone la precisione esecutiva, in modo da utilizzarle per costruire strumenti e per comunicare agli altri membri del clan l’uso di un nuovo oggetto.

Le mani divengono un mezzo di comunicazione, i gesti costituiscono un vero e proprio linguaggio non verbale che consente di scambiarsi informazioni, ma anche di agire insieme, in gruppo, andando a caccia secondo delle strategie organizzate e con la costruzione di trappole ed armi complesse.

Perciò, l’uomo primitivo può cacciare animali di grossa taglia e forza, pericolosi e letali per il singolo cacciatore, ma vulnerabili all’azione combinata della comunità. Gli animali spesso sono feriti dalle trappole ed armi rudimentali e fuggono, allora i cacciatori li inseguono, con metodo, intuito ed una resistenza alla fatica immense, in modo da raggiungere le prede ormai indebolite e stremate dalla fatica, uccidendole e condividendo poi il successo con tutto il villaggio.

La termoregolazione abbinata all’intelligenza aiuta l’uomo a sopportare gli stress, ottimizzando le risorse e integrandole nel “gioco di squadra”. La volontà diventa un’arma vincente nella lotta per la sopravvivenza.

il corpo umano ha le caratteristiche di un predatore, ad iniziare dallo sguardo

Da uomo arboricolo, frugivoro e predatore di piccoli animali o ladro delle prede altrui, l’essere umano diviene l’artefice di progetti globali e di lungo periodo, basati su strategie comuni in cui ogni membro della tribù ha un compito e un’importanza fondamentali.

esibizione_jiu-jitsu_accademia_pendoloMantiene la capacità di destreggiarsi nello slancio, nella prensione di forza e nello striscio, ma aggiunge il cammino e la corsa, affinando il salto a pié pari.

Dal nostro patrimonio ancestrale, la corsa è archetipicamente a capacità dell’uomo di evolversi con tenacia, durata, resistenza, lungimiranza, centratura (verticale) rispetto alla concretezza dell’obiettivo.

Correre, consapevoli della potenza di questo strumento evolutivo, è come meditare, stando centrati sul proprio obiettivo di vita, da raggiungersi con ferma determinazione a qualsiasi costo.

La corsa volta a sfinire la resistenza della preda, l’originale costruzione di trappole ed armi, il combattimento strategico, organizzato in branco, sono parti integranti del nostro “dna” preistorico, oggi si possono sublimare in un percorso moderno, canalizzando questi istinti e orientandoli virtuosamente perché siano adatti alla vita civile.

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