Imparo il latino con il “Sostegno”

imparo-il-latino-con-il-sostegnoIl docente di sostegno è un insegnante della classe che interagisce con tutti gli alunni, integrando la lezione del docente della materia, ottimizzandola in modo peculiare per ciascun alunno e in special modo per coloro (BES e disabili) che hanno delle difficoltà soggettive particolari.

Per superare una barriera cognitiva (linguistica, mentale o fisica che sia) in genere si semplificano e si chiariscono meglio i concetti, estraendoli dall’insegnamento prettamente accademico e sviluppandoli con strategie personalizzate.

Ad esempio, eseguiamo lo studio del presente delle quattro coniugazioni di latino (una delle materie ritenute più ostiche tra quelle che si insegnano nel primo anno delle scuole secondarie superiori).

coniugazioni-latine

Provare a imparare a memoria, ripetendo più volte, queste coniugazioni, è una impresa che spesso porta a risultati breve durata, perché la mente dimentica ciò che non usa di frequente, così come il corpo atrofizza i muscoli inutilizzati.

Si procede dunque con uno studio differente (questo è tratto dai metodi di allenamento per la stenografia agonistica):

Osserviamo le coniugazioni e analizziamole con l’alunno:

  • 1-2 persona singolare (prime due righe): sono parole di due sillabe, estremamente corte, la prima finisce con una vocale, la seconda con una consonante.
  • 3 persona singolare e plurale: entrambe bisillabe, ma la terza è plurale è più lunga di quella singolare.
  • 1-2 persona plurale: sono trisillabe.
  • 2-3 persona singolare: terminano (in orizzontale) in as-es-is-is le ultime due sono uguali (si faccia ripetere più volte questa sequenza, sia oralmente, sia per scritto).
  • 1 plurale: la sequenza è mus-emus-imus-imus le ultime due sono uguali (si faccia ripetere più volte questa sequenza, sia oralmente, sia per scritto).
  • Si continua così, senza imparare le parole a memoria, ma comprendendone i meccanismi, mettendoli a confronto, per riga e per colonna.

La mente inizia a costruire un “panorama” in cui muoversi per mettere dei “ganci” su cui imposterà poi il ricordo, quando si passerà al vero e proprio esercizio a memoria.

Leggendo e scrivendo, verrà spontaneo trovare parole corte nelle prime 2 persone singolari, parole lunghe nelle prime 2 persone plurali (guardate il mio utilizzo del numero “2” in questa spiegazione, colpisce molto di più che non se avessi scritto “due” in lettere, questo è un altro accorgimento per focalizzare l’attenzione: alternare numeri a lettere per favorire il ricordo dei particolari).

Finita l’analisi strutturale, si passa alla memorizzazione, leggendo e ripetendo più volte le parole, ma lentamente, in modo che la mente vada a “pescare” il ricordo del dettaglio (parola corta, parola lunga, finisce in… come anche….):

  • Leggere la prima coniugazione (3 persone singolari) e ripeterle più volte, per scritto, scandendo le parole ad alta voce.
  • Leggere la prima coniugazione (3 persone plurali) e ripeterle più volte, per scritto, scandendo le parole ad alta voce.
  • Ripetere più volte, in avanti, tutta la prima coniugazione, sempre per scritto e scandendo le parole ad alta voce.
  • Eseguire lo stesso esercizio per tutte e 4 le coniugazioni.
  • Con lo stesso metodo (per scritto e scandendo le parole ad alta voce):
  • Ripetere le 4 coniugazioni partendo dalla terza persona plurale e andando alla prima.

Quali sono le terze persone singolari? Scriverle, pensando sempre ai dettagli suddetti.

Quali sono le prime e seconde persone plurali? Idem.

Si studia quindi, spaziando in un piano cartesiano a tre dimensioni:

  1. Sinistra-Destra (dalla prima alla quarta coniugazione e viceversa sulle medesime righe)
  2. Alto-Basso (dalla prima persona singolare alla terza plurale e viceversa, sulle medesime colonne)
  3. Estraendo i concetti paralleli (terza dimensione: sillabe caratteristiche, finali caratteristiche, paragoni ecc.).

L’alunno in tal modo esercita una palestra mentale completa: esaminando i dettagli, strutturando una strategia, collegando le nozioni, eseguendo paragoni, muovendosi nello spazio grafico, che è la base operativa per muoversi nello spazio fisico (rapporto mente-corpo).

Si controlli la postura corporea, la tonalità di voce, il ritmo respiratorio.

Imparato il metodo, applicatolo alcune volte, quando lo si applicherà a nuovi concetti e a nuove materie, sarà sempre più facile e spontaneo eseguire gli stessi esercizi, senza più dedicarci una “immensità” di tempo, perché la mente sarà già pronta a cercare connessioni e a sviluppare rapporti logici, essendo ormai un lavoro automatizzato e quindi più semplice della sterile ripetizione a memoria.

Ognuno raggiungerà i risultati in tempi diversi e con qualità di apprendimento diverse in base alle proprie capacità, ma tanto più l’alunno ha difficoltà, tanto più alto sarà il beneficio ottenuto dall’applicazione di questo metodo, non solo per la materia studiata, ma anche e soprattutto per il miglioramento operativo dell’intero organismo.

Disabilità

 

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